A CURA DI: Dott. Antonio Fusco
Gli integratori di seguito elencati sono quelli consigliati per una integrazione di precisione personalizzata dopo aver eseguito gli Esami di prevenzione. Sono stati tutti validati clinicamente attraverso gli esami di Lipidomica di membrana e d-ROMs nelle quantità di molecola riportate di seguito per ogni integratore come da studi scientifici pubblicati.
Alcuni integratori sono stati preparati nel laboratorio della Parafarmacia OVF - Roma del Dott. Marrone in relazione a particolari stati metabolici e/o ossidativi patologici e quindi non si trovano nelle altre farmacie. Gli altri integratori, acquistabili in tutte le farmacie, sono stati selezionati in relazione agli studi scientifici e ai certificati di qualità.
Si raccomanda quindi di leggere attentamente le caratteristiche e le quantità di molecole presenti per confronti con altri integratori o per eseguire eventuali preparazioni galeniche.
VITAMINA K2
Vitamina D 2000 UI
La principale sorgente naturale di vitamina D è costituita dalla produzione endogena del colecalciferolo (vit D3) a livello della pelle, partendo dal colesterolo, attraverso una reazione chimica che dipende dall'esposizione alla luce solare (in particolare dall'irradiazione UVB). Tuttavia, il colecalciferolo e l'ergocalciferolo possono essere anche assunti con la dieta e gli integratori, ma solo pochi alimenti possono essere considerati buone fonti di vitamina D (soprattutto pesce, fegato, tuorlo d'uovo). La vitamina D è essenziale per la salute dell’apparato scheletrico, poiché serve ad assorbire il calcio, elemento prezioso per avere ossa forti. “La carenza di vitamina D però non ha solo un impatto negativo sulla salute dello scheletro, ma secondo alcuni potrebbe anche facilitare anche lo sviluppo e la progressione di molte ‘malattie della civilizzazione’, come disturbi cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni e cancro. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente rafforzato l’interesse dei medici e dei ricercatori nei confronti della vitamina D. In un commento pubblicato nel mese di agosto 2020 su Lancet Diabetes and Endocrinology si sottolinea infatti come le categorie di persone maggiormente a rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19 (quelle obese o in età avanzata) siano in molti casi le stesse in cui di solito si registra una carenza di vitamina D. Si tratta però, come in tutti i casi di correlazione, di ipotesi il cui possibile nesso di causa ed effetto è ancora da verificare. L’osservazione ha però spinto alcuni ricercatori a pensare che proprio la vitamina D possa avere un ruolo nella prevenzione e nel trattamento della malattia causata dal nuovo coronavirus. A complicare il quadro c’è il fatto che non tutte le società scientifiche concordano sulle soglie di vitamina D da considerare minimamente “ottimali” (e che si misurano con un prelievo di sangue e il controllo dei livelli di 25(OH)D). In Italia i valori comunemente valutati come ideali sono quelli compresi tra 20 e 40 ng/mL, mentre al di sotto di tale soglia si pensa sia opportuno correre ai ripari, cambiando le proprie abitudini quotidiane e alimentari o, come ultima risorsa, facendo ricorso a eventuali integratori. La quantità di vitamina D contenuta negli alimenti è infatti scarsa, mentre secondo le stime dell’Istituto superiore di sanità, il 90 per cento del fabbisogno di questo composto si ottiene grazie all’esposizione al sole.
Innanzitutto bisogna tener conto del fatto che l’effetto benefico dell’esposizione al sole, e di conseguenza la sintesi di vitamina D da parte dell’organismo, non è sempre uguale, ma dipende da numerose variabili, come per esempio l’ora in cui ci si espone, la latitudine, l’età, il colore della pelle, l’uso di creme solari – sempre fondamentale per aiutare a prevenire eventuali malattie dell’epidermide – e molto altro ancora. Inoltre, lo stile di vita moderno, che prevede sempre meno ore trascorse all’aperto anche per i bambini, non stimola la formazione della vitamina D e rende la carenza piuttosto comune.
UTILIZZO: importante nelle fase invernale per mantenere i livelli di Vitamina D a livelli fisiologici intorno a 40 ng/ml o oltre. Nella fase estiva-primaverile la sua integrazione va valutata secondo i livelli sierici e le ore di esposizione al sole. Si consiglia Vitamina D3 (colecalciferolo): la forma di vitamina D con migliore biodisponibilità.
MODALITA' D'USO: si consiglia un utilizzo di 2000 UI al giorno dopo un pasto principale in concomitanza alla Vitamina K2. Le due assunzioni devono essere di almeno 6h di distanza le une dall'altra.
Le 24 ore che compongono la giornata sono finemente regolate dal nostro orologio biologico. In risposta a stimoli esterni, nello specifico la naturale alternanza di luce e buio, l’organismo produce diversi ormoni che a loro volta influenzano l’attività dei vari organi per mantenere uno stato di salute e benessere ottimale.
L'insonnia, nel concetto di igiene del sonno, è stata debitamente studiata e caratterizzata molto più approfonditamente rispetto al concetto classico di "non dormire". Tecnicamente si parla di:
i) Insonnia iniziale: quando si fa fatica a prendere sonno
ii) Insonnia mediale: quando ci si sveglia durante la notte
iii) Insonnia terminale: quando ci si sveglia molto presto e non si riesce a riprendere sonno
I due ormoni principali che regolano questo preciso orologio biologico sono la melatonina ed il cortisolo.La melatonina viene prodotta principalmente di notte: è l’ormone del “sonno”, perché segnala all’organismo che è ora di riposare. Il cortisolo è conosciuto al contrario come l’ormone dello “stress”. Esso svolge un’azione antagonista a quella della melatonina: al mattino, quando si inizia a percepire la luce, l’organismo cessa la produzione di melatonina e inizia quella di cortisolo, che induce nell’organismo uno stato di “allerta”, segnalando che è ora di attivarsi per affrontare la giornata. La melatonina è considerata il vero e proprio “direttore d’orchestra” del sistema PNEI (psico-neuro-endocrino-immunitario). Questo ormone è prodotto dall’epifisi (o ghiandola pineale), una ghiandola situata nella parte posteriore del cervello, a partire dal triptofano, un aminoacido che viene convertito in serotonina, che a sua volta viene trasformata in melatonina. L’organismo produce melatonina in risposta al buio: la secrezione inizia intorno alle 9 di sera, aumenta gradualmente fino a raggiungere un picco massimo intorno alle 2 di mattina, per poi proseguire diminuendo gradualmente fino all’alba, intorno alle 6 del mattino, quando iniziano invece ad alzarsi i livelli di cortisolo. La produzione di melatonina varia con l’età. Dopo i 30-40 anni inizia a diminuire e intorno ai 60 anni è meno della metà rispetto ai 20 anni; per questo motivo con l’avanzare dell’età si riducono le ore del sonno. In virtù delle molteplici e fondamentali azioni benefiche del sonno sulla salute e la longevità, la melatonina da sempre costituisce dunque uno delle principali sostanze positive nel mondo della medicina anti-aging. La regolazione del sonno ha benefici indispensabili nel controlllo dello stress psicofisico come prevenzione anti aging e nella riduzione del danno ossidativo nei confronti di molecole biologicamente attive.
Gli integratori a base di melatonina sono molto diffusi e diventati ormai di uso comune. La melatonina in gocce o in compresse viene assunta quasi esclusivamente per i problemi del sonno: difficoltà ad addormentarsi, sonno insufficiente o disturbato o sindrome da jet-lag (fuso orario), sebbene sia dimostrato come la melatonina apporti benefici all’organismo umano sotto molti altri punti di vista. È tutta italiana la recente review pubblicata su Nutrients pochi mesi fa, con la quale l’équipe ha inteso esaminare quanto disponibile in letteratura sull’uso di supporti nutraceutici per controllare aspetti dello stato infiammatorio correlati al covid-19. L'utilizzo di melatonina ha trovato riscontri scientifici nel controllo di diversi markers infiammatori quali PCR, TNF e interleuchina 6.
Corrao S et al., Does Evidence Exist to Blunt Inflammatory Response by Nutraceutical Supplementation during COVID-19 Pandemic? An Overview of Systematic Reviews of Vitamin D, Vitamin C, Melatonin, and Zinc. Nutrients. 2021 Apr 12;13(4):1261.
Proeon ha creato Melateon®, integratore di melatonina in gocce unico per composizione, dose e qualità. La possibilità di assumere la melatonina in gocce infatti rende il dosaggio facilmente variabile, così come la somministrazione sublinguale rende questa sostanza più rapidamente ed omogeneamente disponibile, rispetto alle classiche compresse/capsule di melatonina soggette alle problematiche gastrico-digestive.
UTILIZZO: nei soggetti con sonno perturbato da diversi risvegli notturni e con difficoltà a riaddormentarsi in correlazione a stati psico-fisici di alto stress e stanchezza cronica.
MODALITA' D'USO: Un flacone di gocce contiene 30 ml di Melateon®, dosabile mediante contagocce. Un singolo flacone può garantire oltre 2 mesi di assunzione (eventualmente è anche possibile la somministrazione per via sublinguale per una maggiore biodisponibilità). Va utilizzato 15 minuti prima di addormentarsi in relazione al dosaggio indicato dal medico (5 gocce corrisponde ad 1 mg di melatonina).
https://www.proeon.it/prodotto/melateon/
1 capsula (dose massima giornaliera) apporta:Monacolina K 10mg; Polifenoli 120mg; Betaglucani 100mg; Berberina 32,5mg
UTILIZZO: patologie CAD pregresse, elevata dis-lipidemia, elevati livelli di small dense-LDL
MODALITA' D'USO: 1 capsula alla sera prima di coricarsi
https://puntophyto.com/
Inoltre, il corpo umano è in grado di sintetizzare il Q10. Il processo di sintetizzazione, che avviene nel fegato, si riduce a mano a mano che il corpo invecchia, ed a seguito di alcune malattie. Gli esperti ritengono che il livello di Q10 nell’organismo raggiunga il picco massimo tra i 20 ed i 25 anni, dopodiché, la produzione di Q10 nell’organismo comincia a diminuire.
Una delle funzioni chiave del coenzima Q10 è quella di fungere da catalizzatore energetico che aiuta le cellule a convertire grassi, carboidrati e proteine in ATP (adenosina trifosfato), ossia l'energia conservata in forma molecolare in vista di un futuro utilizzo. Il processo avviene all'interno dei mitocondri, microscopiche “centrali energetiche” di cui sono ricche le nostre cellule. Le cellule del muscolo cardiaco hanno un fabbisogno energetico particolarmente elevato e, quindi, hanno una densità mitocondriale sostanzialmente più elevata rispetto ad altri tipi di cellule.
DICOFLOR-60
UTILIZZO: intestino diarroico, reflusso gastrico
MODALITA' D'USO:
Capsule:
1 capsula al giorno. Ingerire la capsula tal quale o aprirla e dispenderne il contenuto in 20 ml (volume minimo) di acqua o altro liquido tiepido o freddo. Il prodotto può essere assunto in qualsiasi momento della giornata.
Bustine:
1 bustina al giorno. Sciogliere il contenuto di una bustina in 100 ml di acqua o altro liquido freddo o tiepido e consumare subito dopo la preparazione. Il prodotto può essere assunto in qualsiasi momento della giornata.
Il colore blu delle bacche è il sintomo della grande quantità di antocianine, un gruppo di polifenoli che serve a proteggere i frutti dal sole e che ha effetti molto positivi anche per la nostra salute. Questi polifenoli, all’interno delle bacche di Maqui, si dividono in:
Il metodo di estrazione
Che cos’è l’Olivello spinoso?
La pianta dell’Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides L.) è un arbusto deciduo che può crescere fino a sei metri di altezza. Cresce spontaneamente in Europa ed in Asia, soprattutto sulle dune lungo le coste. Nelle zone di montagna si può trovare nei letti dei fiumi asciutti. Le piante femmine producono dei caratteristici frutti a nocciolo color arancio, ricchi di acidi grassi essenziali e non essenziali, flavonoidi, acidi della frutta e beta-carotene ed altri. Soltanto poche piante sono buone fonti degli acidi grassi polinsaturi importanti. L’olio di olivello spinoso è una buona fonte, oltre che dell’acido grasso omega 7, anche dell’acido grasso alfa linolenico omega 3 e dell’acido grasso linolenico omega 6, entrambi essenziali, nonché dell’acido oleico che è un acido grasso omega 9. L’olio di olivello spinoso contiene inoltre alti livelli di antiossidanti (tocoferoli, tocotrienoli, carotenoidi, fitosteroli e vitamine liposolubili).
Perchè e quando integrare con Acidi Grassi Monoinsaturi (MUFA).
L'integrazione è indicata come fonte di Acidi Grassi Monoinsaturi (MUFA), quando a causa di dis-metabolismi correlati a sindrome metabolica, resistenza insulinica, cattiva lipolisi vi è un blocco endogeno nella sintesi di Oleico (principale acido grasso monoinsaturo) a partire dall'acido grasso saturo Stearico. Il giusto rapporto SFA/MUFA, tra acidi grassi saturi e monoinsaturi, è di estrema importanza per mantenere la corretta fluidità di membrana e avere valori di Oleico entro un range in cui la letteratura scientifica nè dimostra le capacità cardioprotettive. Obesità, insulino resistenza, elevato introito di PUFA (Acidi Grassi Poliinsaturi, Omega_6 e Omega_3), squilibri ormonali, deficit enzimatici, inducono una elevata sintesi di Acidi Grassi saturi e una bassa sintesi di Acidi Grassi Monoinsaturi, determinando una serie di fattori a rischio cardiometabolico.
Contenuto nutrizionale per 2 capsule:
Rebecca VM. Oleic Acid Can Make Heart Claim Without Hard Evidence. JAMA. 2019;321(1):23.
Iker J et al. Fatty Acid Profile of Mature Red Blood Cell Membranes and Dietary Intake as a New Approach to Characterize Children with Overweight and Obesity. Nutrients. 2020 Nov; 12(11): 3446.